Se c’è qualcuno qui che pensa che preparare panini sia una roba che già ha rotto le balle, ecco la risposta più adeguata:

Bravo Harry, sei sempre la nostra ultima speranza.
Che poi mica volevo davvero prepararne un altro. Però avevo un sacco di roba avanzata nel frigo e, soprattutto, il corriere mi ha portato il pacco dasssù.
Le leggende narrano da sempre le avventure fantastiche dei pacchi dagggiù, colmi di mozzarelle, ricotte di bufala, freselle, pistacchi, capperi ed altri cibi mai visti nelle Terre del Nord.
Ben pochi i menestrelli che si prodigano nel raccontare le gesta dei pacchi dasssù, purtroppo. Zeppi di taleggi puzzosi, formaggi stagionatissimi, polenta e pizzoccheri.

Il mio pacco dasssù. C’è pure una moneta di cioccolata, gigante. Per ricordarti che il tempo è danaro, che in polentonia è un detto importantissimo.
Due giorni fa mi ero pappata un panino con insalata, maionese e pomodoro. Buono, per carità, però si poteva migliorare.

Ecco il panino buono, per carità.
E quale modo migliore per levellarlo se non aggiungere un formaggetto arrivato proprio dalle Lande del Settentrione? Soprattutto se poi si tratta della Formagella di Tremosine che già avevo adorato quest’estate.
Eccola:

13,90 al chilo.
Chiaro che la puoi sostituire, come la sostituirò io appena sarà finita (tra cinque o sei minuti). Magari con una caciottina fresca o una cacioricotta caprina, ottime pure loro.
Però, ecco, per una volta fammi fare la figura della fashion blogger che usa il tartufo dell’himalaya, arrivato con un cestone pregiatissimo confezionato a mano da un esquimese bambino con un occhio solo. Che bontà, signora mia, che bontà. Non a chilometro zero, si capisce, ma sa com’è.
Che poi potrei dirti Prendi tutto e fai il panino, ma mai nulla è davvero così facile.

E pure coi sandwich uno non è che sta proprio a capa leggera.
Quindi tutti ai posti di manovra!
E vestiti pesante pure se fa caldo, che qui stiamo omaggiando Polentolandia, non è che si può cucinare in mutande.

La giusta tenuta da cucina.
Iniziamo.
Go, go, go!
Ed il panino, come lo chiamiamo?
Ovvio, lo chiamiamo Il panino col formaggio dasssù.
Per preparare un panino col formaggio dasssù hai bisogno di:
- un panino. Tipo rosetta o tartaruga. Purtroppo in casa avevo solo del pane bianco in cassetta, ma non è molto adatto: il pomodoro tende ad inzupparlo subito e se non mangi a velocità supersonica ti si spappola in mano. Buono, eh, ma meglio il panino da fornaio;
- 150 grammi di zucchine;
- una bella fettina di formaggetto dasssù, intorno ai 70 grammi. Magari un po’ di più se il pane è grande grande;
- 15 grammi di maionese. Non di più, sennò rompe solo i coglioni;
- Un paio di fette di pomodoro. Intorno ai 150 grammi;
- 3 foglie di lattuga;
- un cucchiaio d’olio per cuocere la zucchina.
Taglia a fettine la zucchina.
Metti un cucchiaio d’olio in una padella e fai andare la zucchina per una decina di minuti, a fiamma medio alta, fino a quando è bella colorata. Non salarla, non c’è bisogno.
Lava insalata e pomodoro. Taglia il pomodoro a fettine, strappa a metà le foglie di insalata.
Dividi il panino in due parti e, se non ti piace, togli un po’ di mollica superflua.
Ora si farcisce.
Su una parte metti i 15 grammi di maionese, sull’altra adagia insalata e pomodoro:
Adesso è la volta del formaggio dasssù:
Le zucchine sono pronte?
Cacciale sopra la maionese:
Infine chiudi il panino e ammiralo:

La bellezza.
Ok, penso che l’abbiamo adorato abbastanza.
Puoi sederti e mangiare:

Gnam.
Come forse hai notato, non ho messo sale. Secondo me maionese e formaggio sono abbastanza sapidi da non avere necessità di altro che, semmai, coprirebbe i sapori. Sapori mondiali, aggiungerei.
Ciao e buon appetito!