Uova, pomodori, feta. Praticamente i cibi che preferisco nella vita.

Quando ho trovato la ricetta ero tipo così, bretelle comprese.
Ancora una volta una ricetta rubata ad Apriti Sesamo, ancora una volta pochissimo lavoro per una cena a dir poco mondiale.
Ogni volta che capito davanti a questi piatti che non sono contadini, ma di più, io proprio sbavo senza ritegno. È ormai noto che adoro la cucina povera, che non tollero le arie da MasterChef e che non c’è niente di meglio che sbafarsi un paio di uova al tegamino, magari con del pane casereccio, in giardino. Bestemmiando per i troppi gatti che cercano di rubarti il cibo e con le vespe che rompono i maroni, ma sono i rischi del vivere in campagna. L’importante è il sano ottimismo rustico.

Chi becca la citazione ha tutta la mia stima.
Apriti Sesamo svela anche tutti i segreti per ottenere un connubio di sapori perfetto ed io ho seguito quasi tutti i consigli. Quasi perché un olio veramente buono – nonostante viva in terra di ulivi – ancora non l’ho trovato.
Però i pomodori spettacolari ce li avevo e le uova freschissime le ho trovate. O almeno così mi ha assicurato Don Alfonso.

Eh, può essere pure.
Quindi ti presento le uova paesane, quelle ricoperte di merda.

Ho detto chiaramente a Don Alfonso, il mio fruttivendolo: se non c’è la cacca, non le voglio.
Non ho intenzione di cambiare il nome alla ricetta, come ho fatto con il Buyurdì. Un po’ perché questi nomi greci sono facili da imparare ed essere meno ignoranti non ci fa male, un po’ perché questa mattina non mi viene in mente proprio niente.
Quindi che Strapatsàda sia: go, go, go!
Per cucinare la strapatsàda, per due persone, hai bisogno di:
- 50 grammi di olio extravergine di oliva. Non scrivo mai che uso l’extravergine, perché per me è scontato. Io friggo anche con questo, cosa che ti consiglio caldamente;
- 4 pomodori belli rossi e maturi;
- 2 peperoni friggitelli;
- 6 uova freschissime;
- un po’ di pepe nero, poche foglie di menta;
- 200 grammi di feta;
- un po’ di pane da accompagnamento.
Partiamo dalla padella. Usa una antiaderente e non quella di alluminio. Ci ho provato, viene peggio.
Ecco intanto gli ingredienti. Come hai notato non ho pesato né pomodori né friggitelli, ma puoi regolarti tranquillamente dall’immagine:
Decapita i friggitelli, togli loro i semi e tagliali a pezzetti.
Riduci a pezzi anche i pomodori.
Scalda i 50 grammi di olio in una padella e poi cacciaci dentro i friggitelli.
Usa una fiamma medio-alta e falli saltare per due o tre minuti, girando spesso per non farli annerire.
Aggiungi poi i pomodori.
Fai andare a fiamma media, gira ogni tanto e spacca i pomodori con un cucchiaio di legno. Nel frattempo occupati del resto degli ingredienti. I pomodori avranno bisogno di 10, 15 minuti al massimo.
Sciacqua la feta sotto acqua corrente (fredda).
Rompi le uova in un bicchiere e poi travasale in una ciotola capiente. Doppio passaggio, come sempre, per evitare di far finire gusci d’uovo nella cena, nel caso la nostra forza possente ci faccia sbagliare a spaccare le uova.
Sbriciola dentro alla stessa ciotola la feta, grossolanamente, con le mani.
Lo so, viene sempre un po’ male a spaccare uova e feta, che sono un miracolo che solo a guardarle ci si commuove. Ma è per un bene superiore.

Bravo, diglielo.
Mescola un po’ gli elementi, giusto per farli amalgamare e per fare spaccare le uova. Usa una forchetta, non azzardarti a tirare fuori le fruste elettriche. Bastano pochi secondi.
Intanto i pomodori dovrebbero essere quasi pronti.
Non devono essere asciuttissimi, ma devono essere ad un passo dal formare il sugo.
Ecco qui una foto fumosa che forse ti riuscirà ad illustrare meglio di mille parole:
Versa il composto di uova:
Mescola bene e fai andare il tutto a fiamma alta, per un minuto o due.
L’uovo deve cuocersi ed il formaggio sciogliersi.
Ecco come deve apparire alla fine:
Direttamente sui piatti spolvera con pepe nero e decora con qualche foglia di menta. Menta che dovrebbe essere decorativa, ma che ci sta da dio.

Mentre mangiavo, ecco l’unica esclamazione possibile.
Davanti a te dovresti avere questa bellezza:

Ho fame.
Buono, spettacolare, da sbavo, mondiale, bestiale, squisito, gnamme.
Ne avrei mangiato un altro piatto e ne mangerei uno pure adesso, alle otto del mattino, per colazione. Proprio come fanno in Grecia.
Attenzione: la strapatsàda può dare dipendenza e rendere aggressivi.

Reazioni normali, quando si sta divorando la strapatsàda.
Ciao e buon appetito!